| Fabula |

pagine : 96
dimensioni : 14,5x21
prezzo : € 11,00
ISBN : 9788871865102
Anno di pubblicazione : 2012



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Luigi Fontanella
Bertang
Fantasia onirica
 
 



Con un saggio di Carla Stroppa.

Tra le opere memorabili del primissimo Novecento, il romanzo breve di Wilhelm Jensen Gradiva occupa un luogo del tutto a sé. Universalmente noto per il saggio che gli ha dedicato Freud interpretandolo come un “delirio” onirico, ma forse, a tutt’oggi, non molto letto, è un testo misterioso e seducente, palpitante di sensi e di simboli.

Storia di uno studioso d’arte classica (Norbert Hanold) che, soffrendo un’acuta angoscia senza capirne il perché e perdendosi a lungo in un labirinto di fantasie simili a sogni, ritrova pian piano il bandolo della propria vita liberandosi dalla morsa che lo aveva condannato a “rimuovere” la forza di Eros, Gradiva è allo stesso tempo una grande parabola esistenziale e ideologica, un mito moderno che ci mostra da una parte i rischi di irrigidimento del pensiero astratto, teorico, votato solo alla purezza delle idee o delle forme, e dall’altra l’insopprimibile, suadente, melodioso richiamo di quella grazia erotica che è (come ben intese Bergson) forma in movimento, esistenza fluida e sfumata, spirito della metamorfosi, invitation au voyage. Affascinato dal modo di camminare, quasi danzando, di una figura di fanciulla riprodotta in un bassorilievo antico, Norbert la battezzerà nella sua mente Gradiva (“colei che avanza”) e la cercherà a lungo tra i resti e le rovine di Pompei fino a riconoscere nel suo “fantasma” la realtà in carne e ossa di una ragazza da lui sempre amata senza saperlo, Zoe Bertgang.

Sedotto da questo mito come possono esserlo gli innamorati, ma insieme capace di rivisitarlo con sguardo lucido e icastico, Luigi Fontanella ha composto un poemetto che sa evocarne le immagini e i punti salienti (il passo “rapido e leggero” di Zoe-Gradiva, il ramo d’asfodelo colto dal protagonista, la riapparizione di lei nella via di Mercurio, lo sketchbook con disegni pompeiani dimenticato dalla donna, la lucertola, l’Albergo del Sole….) lasciandoli fluttuare nell’onda aperta, “remota” e numinosa di una personalissima rêverie. Nutrita dalla profonda passione del poeta, del narratore e del critico per le atmosfere magiche, metafisiche e surreali, questa fantasticheria in versi ci parla del carattere eccessivo, tormentoso e mitico del desiderio (“le avrei toccato una mano, benché / in me convivesse un sentimento ambiguo…”); ci cala nella dolcezza dolorosa e salvifica di quelle illusioni che sono la nostra unica verità; sa immergerci nell’ora meridiana degli spiriti e degli dèi, quell’ora di epifanie in agguato che potrebbero mutare per sempre la nostra vita. Del tutto libera dalle velleità degli esperimenti di maniera, sciolta in un gesto stilistico autenticamente visionario e arcano, trascolorante fra richiami allusivi, trame di sogni e vertigini, la voce di Fontanella riscrive un grande racconto con la stessa felicità con cui un tempo i maestri del contrappunto replicavano un tema cruciale solo per rinnovarlo, per farlo proprio, per rilanciarne l’inesauribile ricchezza verso il cielo della poesia.

Paolo Lagazzi