| Fabula |

pagine : 112
dimensioni : 14,5x21
prezzo : € 11,00
ISBN : 9788871862118
Anno di pubblicazione : 2002



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Gabriella Galzio
Ishtar dagli occhi colmi
Poema dei morti
 
Presentazione di Tomaso Kemeny. Postfazione di Rosita Copioli. 



Ishtar dagli occhi colmi, poema dei morti è un testo che non si attarda a rappresentare l’e­nigma della femminilità, ma ne evoca le mu­tazioni e il divenire. Il poema è teso tra un passato immemorabile, riflesso nello sguar­do accecante della Dea, e un futuro calamitato dall’enorme forza d’attrazione del simbolo ritualizzato. Il piano dell’espressione e del contenuto, di questi versi duri, serrano espe­rienza e mito, vita e scrittura l’una sull’altra, come due valve di una conchiglia prodigio­sa, impedendo ogni penetrazione attualiz­zante dall’esterno. Il canto, così, sgorga da profondità sibilline e si cala nel tempo e nel­la mortalità, senza mai perdere lo slancio ver­so un’anteriorità e una successione epifaniche, di modo che l’essere da prova di sé, con­cretizzandosi in un’azione poetica “forte”, fuori dalle angustie di un’attualità incolore. Il lettore troverà exergo, citazioni, echi intertestuali che non si esauriscono in rappor­ti di citazione, ma arredano i campi di batta­glia di una scrittura pronta a favorire il su­peramento dei confini del senso tragico del possibile. Eppure si evoca una femminilità trionfante perduta e utopicamente attesa ma ancora irraggiunta perché se chi sogna può trovarsi in casa dell’oggetto del desiderio, qui la frattura tra l’anima femminile e le condi­zioni esistenziali e socioculturali date non per­mette l’indistricabile congiunzione tra civiltà, natura e calore del cuore. Forse anche per questo la Dea che si definisce “…la signora che riempie i confini del ciclo” porta “in se­no un pugnale affilato”.

Tomaso Kemeny